martedì 23 luglio 2013

Con gli asini sulle tracce della Grande Guerra, intervista a Valentina Musmeci



Valentina, “Dovepensanogliasini” è una rete che hai ideato 4 anni fa, proponendo un ecoturismo che ha alla sua base il trekking someggiato, attività escursionistica “a passo di asino”. Ce ne vuoi parlare?
Ecco, in primo luogo è corretto parlare di escursioni “a passo di asino” e non “a dorso di asino” perché in queste escursioni ci si fa accompagnare dall’animale, non gli si monta mai in  sella.
Questa rete nasce in Provincia di Trento da un’idea mia, ed è una rete che intende “unire le forze” fra vari allevatori di asini, unire le forze come modello alternativo alla concorrenza sfrenata.
L’idea è quella di creare una forma di turismo sostenibile, che metta al centro il territorio e i suoi protagonisti, gli allevatori e gli agricoltori. Questo ecoturismo è davvero sostenibile, perché ogni attività economica mette a disposizione quello che fa in un territorio, e noi tentiamo di valorizzare queste due dimensioni: l’agricoltore, con la sua fattoria che diventa “fattoria didattica”, e il territorio nel quale l’agricoltore lavora.
Questo modello si è rivelato vincente con l’inserimento del mediatore-asino, anticamente forza lavoro e semplice mezzo di trasporto di materiale pesante, con questo sistema diviene soprattutto “forza di aiuto” per l’uomo. Non solo per farsi trasportare lo zaino, ma per favorire un'immersione nella Natura che ne rispetti i ritmi.



Che evoluzione ha subito il Progetto “Dove pensano gli asini”?


Lo sviluppo è stato molto positivo, quando abbiamo iniziato erano presenti 3 Aziende per la Promozione Turistica della Provincia di Trento, oggi sono otto le APT e le valli coinvolte.
Ma la rete ha trovato terreno fertile anche in Piemonte: il 31 maggio è stata presentata la rete del Piemonte a Torino, per la volontà di cinque aziende di entrare nel nostro progetto, sempre sotto il marchio “Dove pensano gli asini”.
Questa espansione segue sempre la stessa filosofia: ci si mette assieme innanzi tutto perché la comunicazione collettiva è sempre più efficace di quella singola. In secondo luogo, al centro di ogni progetto  ci sono sempre le specificità e le diversità che si possono trovare in un territorio piuttosto che in un altro.
Un tempo ogni specificità veniva gelosamente custodita, quasi “nascosta” dal singolo agricoltore o allevatore. Oggi invece, con il sistema che abbiamo introdotto, “fare rete” vuol dire unire le conoscenze e le competenze, con un lavoro di risoluzione collettiva dei problemi.
E’ anche un modo diverso di affrontare la concorrenza: in Piemonte ci sono 5 aziende diverse in 3 valli, e fra l’altro consolidate in quanto esistono da molto, che però non soffrono la vicinanza.
Quest'anno alle abituali proposte di escursioni di stampo naturalistico sono stati aggiunti gli “Itinerari avventura”, proposte speciali che non si realizzano con continuità. A metà giugno abbiamo fatto un pezzo del sentiero di San Vili, da Trento fino al Castello di Stenico, con un gruppo di persone che cantano canti di montagna. Attraverso questo itinerario spirituale abbiamo potuto ripercorrere le tracce e la vita del Santo in maniera davvero emozionante e accorgerci che il territorio in cui viviamo è meraviglioso.
È stato un modo per vedere con nuovi occhi le strade che facciamo tutti i giorni: facendo in macchina l’itinerario di cui parlavo prima, ad esempio, ci vorrebbero due ore. Noi abbiamo fatto l’itinerario in tre giorni, riappropriandoci fisicamente del territorio che abitiamo tutti i giorni.
Avremo un appuntamento per Geo&Geo, che ci ha contattato per realizzare un percorso televisivo di trekking sulle Pale di San Martino e una proposta geologica a metà luglio.


Qual è il vostro rapporto con gli operatori un po’ più “tradizionali” del turismo, come gli albergatori e le agenzie turistiche? Siete visti come opportunità o come competitor?


Il rapporto è ottimo, con tutti, soprattutto con gli APT! Gli albergatori, ad esempio, hanno accolto con favore le nostre proposte e  indirizzano le persone che ospitano nelle varie fattorie didattiche, soprattutto se ci sono bambini al seguito: andare nelle fattorie ad accarezzare gli animali, mangiare i piccoli frutti che gli agricoltori della zona mettono a disposizione e partecipare ai laboratori didattici è un bel modo per conoscere un territorio dall'interno e in maniera non artificiosa.
C’è oggi grande domanda di questi tipi di attività, è come se sentissimo di essere nel posto giusto al momento giusto. Il Trentino, in particolare, sembra fatto apposta per questo genere di attività.
La gente chiede cose autentiche, il contatto con la natura e con gli animali, un contatto che deve essere a misura d’uomo, andando oltre lo stereotipo della natura selvaggia e pericolosa, per cui si ha sempre il bisogno di una guida alpina per entrarci o si ha paura di farlo.
L’anno scorso ci avevi accennato ad una prospettiva di sviluppo della tua attività verso l'estero: un esperimento di trekking in Tibet. Che novità ci sono sotto questo punto di vista?
Il progetto è partito ed è già possibile vedere questa offerta sul sito internet www.dovepensanogliasini.it , dove si trovano informazioni sulla proposta di trekking con asini tra monasteri e villaggi di cultura tibetana nello Yunnan che la Open Viaggi ha curato assieme a noi.
La data più vicina è quella di fine settembre: un piccolo gruppo di persone scoprirà la cultura tibetana attraverso un percorso che si dipanerà fra monasteri di monache e di monaci. E’ un percorso “spirituale”, se così si può dire, alla scoperta della cultura buddhista tibetana e delle etnie che popolano lo Yunnan, regione che si trova nella parte nordovest della Cina, caleidoscopio straordinario di micro-minoranze linguistiche che ancora non sono state ancora totalmente stravolte dall’omologazione... per fortuna.


Anche in questo caso è stata mia intenzione scegliere accuratamente i nostri partner per offrire una vera proposta di ecoturismo sostenibile, volto allo sviluppo di un turismo con i reali protagonisti del territorio, i tibetani.
In più c'è in cantiere un itinerario in Nord Africa, che ancora non è definito nelle date e nei dettagli, ma che è comunque a buon punto.

Spiegaci un po’ come è nata questa idea, come ha preso forma questo progetto di trekking nello Yunnan.
L’anno scorso avevo fatto un viaggio nella regione, prendendo contatti con allevatori locali di etnia tibetana di asini e cavalli, che da vent’anni organizzano trekking nella zona. Mi sono accorta che asini e muli sono tuttora utilizzati, come in varie parti del mondo, of course, per le attività agricole, mentre i cavalli sono utilizzati anche a scopo turistico. Su nostra specifica richiesta è stato pensato un itinerario di 5 giorni tra le montagne dello Yunnan con pernottamento in tenda. La Khampa Caravan di Shangri Là è il nostro partner.
 www.khampacaravan.com

Nell’ambito del Festival “Tra le rocce e il cielo” avete in programma un percorso di trekking sui sentieri della Grande Guerra, di cosa si tratta?


Come abbiamo scritto sul nostro sito, il trekking che si svolgerà quest’anno all’interno del festival sarà “un assaggio di centenario” proprio perché intende proporre per la prima volta un itinerario che si snoderà fra i luoghi più importanti della Vallarsa durante la Grande Guerra. Sarà un “assaggio” proprio perché l’anno prossimo cade il centenario dallo scoppio dei conflitti, e l’itinerario che svolgeremo nel 2014 sarà più lungo e su più giorni.
Grazie a “Tra le rocce e il cielo”, questo itinerario è stato pensato in collaborazione con gli storici e appassionati di “Pasubio 100 anni”. Vivremo inoltre l’intervento di alcuni figuranti che, leggendo tracce scritte dei protagonisti di quel capitolo drammatico, interpreteranno  dei momenti immersi nel contesto di trincee e fortini facendo sì che il percorso non sia solo un’immersione nella natura ma anche nella Grande Storia.

L’uscita di trekking someggiato con gli asini sulla tracce della strafexpedition. organizzano associazione Unoauno e Pasubio 100 anni parte  venerdì 30 agosto alle 9.30 a Obra. Sulle tracce della Grande Guerra si attraverseranno il monte di Parmesan, i Testi, la Rosta degli italiani, il monte di Mezzo. Si pernotterà al rifugio Campogrosso. Per rientrare il mattino successivo dopo la rievocazione storica in divise della grande guerra a cura dell’associazione 4 novembre. Iscrizione obbligatoria al numero 345 8738292.

Ludovico Rella
ludovico_rella@yahoo.it



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